APERTURA STRAORDINARIA
PALAZZO BUDINI GATTAI
Sabato 15 ottobre 2016
Palazzo Grifoni, oggi Budini Gattai, sorge su un terreno che, dal 1250, faceva parte dei possessi dell’Ordine religioso dei "Servi di Maria".
Per ricavare degli utili dai prati, il Priore Generale decise nel 1464 che questi venissero ceduti ai cittadini intenzionati a costruirvi dei Palazzi.
Il 22 marzo 1465 Antonio di Puccio Pucci acquisì l’area occidentale dei prati dove vi costruì il Palazzo. La proprietà dell’edificio passò tra varie famiglie illustri del tempo come i Grifoni e i Ricci.
Al tempo della battaglia di Lepanto, Ugolino Grifoni non aveva ancora ultimato i lavori da lui intrapresi al Palazzo di via dei Servi. Già dal 1557, si stavano demolendo gli originali edifici dei Ricci per erigere un nuovo e più lussuoso Palazzo. Per quest’opera il Grifoni si era rivolto a Bartolomeo Ammannati, il cui progetto fu influenzato – secondo alcuni – da dei disegni che Michelangelo aveva stilato per le case dei Buonarroti, e che Michelangelo stesso, avrebbe mostrato all’allievo. Al Palazzo lavorò anche il Giambologna, che risulta scultore di alcune mensole e di un terrazzino.
Solo nel 1772, Pietro Grifoni fece portare a termine la facciata sulla piazza e la decorazione pittorica della cappella affidata a Giovanni Domenico Ferretti.
Fu in seguito agli Antinori, che nel 1889 lo cedettero al cavaliere Leopoldo Gattai e a suo genero Francesco Budini. Questi promossero un rinnovamento del palazzo diretto dall’architetto Giuseppe Boccini, creando uno scalone monumentale, ripristinando la panca da via e rifacendo parte delle strutture in pietra e lo stemma dei Grifoni. Risalgono a questo periodo i fregi a maschere del secondo piano e del cornicione, lo scalone a due rampe e le decorazioni pittoriche nel piano nobile.
Di notevole rilievo è il giardino all’italiana interno, riconducibile nella struttura ad un progetto di Ammannati del 1573, famoso per il suo arredo scultoreo. Modificato nel 800, oggi si presenta con aiuole curvilinee, ospitando collezioni di camelie e azalee. Sulla parete laterale, importante è la fontana cinquecentesca, ricostruita nel Settecento ed impreziosita da concrezioni spugnose e dalle statue manieriste di Venere e i mostri marini dello scultore Giovanni Bandini. Altri elementi del giardino sono la serra in ferro e vetro risalente al 1892 circa, il boschetto di banani e il “Monumento all’albero scomparso” realizzato nel 1908 in ricordo di un esemplare secolare di Laurus seccatosi durante l’inverno.
Ancora oggi, dopo più di un secolo, il Palazzo è di proprietà della famiglia Budini Gattai.
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SEZIONE MUSEI
Vanna Ulivi
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